Storia della Danza Orientale

Origine del nome

Durante il XIX secolo, i primi viaggiatori occidentali che visitarono l’Oriente attribuirono il termine “danza del ventre” alle danze popolari che avevano come caratteristica i movimenti liberi del bacino e del ventre. In realtà il nome arabo che identifica tale danza è “Raqs al Sharqi“, che tradotto in italiano significa appunto “danza orientale“, e che è stato tramandato fino ai giorni nostri per indicare l'antica danza derivante da quella dei rituali di vita e di morte, della celebrazione degli dei, la danza delle società matriarcali, che porta con sè il risveglio dell'energia femminile e l'equilibrio corpo-mente-anima.

Nascita sacra e popolare

Questa danza antica quanto il mondo, ha attraversato la storia di molte civiltà. La sua matrice antichissima è attestata da dipinti e statuette risalenti all'epoca preistorica, legati alle società matriarcali dell’Asia centro meridionale e del Mediterraneo Orientale. Ci sono diverse e molteplici versioni sull’origine di tale arte, di certo si sa solo ciò che si è potuto studiare attraverso fonti scritte che si hanno a partire dal 700- 800 in poi. Le origini della Danza Orientale si trovano nella Danza sacra collegata al culto della Dea Madre e nelle ataviche Danze della fecondità, rituali molto antichi che seguono l'archetipo femminile delle danze introspettive legate alla Terra. In questi culti antichi la grande dea Madre compare sotto nomi differenti quali: Iside, Ishtar, Mylitta, Isis, Ashtoreth, Astarte, Aphrodite, Venus, Bhagvati, Parvati, Iaset, Ceres.. Cio’ testimonia il fatto che il culto della fertilità è esistito in tutte le civiltà preesistenti. Queste Dee sovraintendevano non solo alla funzione riproduttiva degli esseri umani ma anche al piu’ vasto contesto cosmico, e nei riti sacri ad esse dedicati figurava la danza. Le sacerdotesse la onoravano con danze sacre per entrare in relazione con i ritmi della natura imitandola (i movimenti ricordano le onde del mare, la luna , il cerchio, il serpente , il cammello, l’atto sessuale, il parto...).La Danza Sacra era anche la danza delle sacerdotesse di Iside che eseguivano movimenti dedicati alla Dea, che rappresentavano gli animali ed i loro aspetti divini così come i quattro elementi della natura (acqua, fuoco, terra ed aria) e le loro divinità. Questa danza era utilizzata dalle sacerdotesse come preparazione ai culti di Iside, per creare un collegamento tra la realtà e la spiritualità, affinchè l’energia divina si potesse manifestare.                 

Questo tipo di danza originariamente legato alla spiritualità femminile e ai riti propiziatori per le divinità, divenne in seguito una danza per il divertimento, e di conseguenza una danza per coloro che si consideravano le divinità terrene (come i faraoni e i sultani). Venne cosi’ richiesta per feste importanti, banchetti, celebrazioni, e ancora come danza popolare eseguita nelle case e nei palazzi.

La danza in Egitto

Fino al 1700-1800 non si trovano grandi testimonianze dell'evoluzione della danza mediorientale, a parte qualche traccia nei racconti dei viaggiatori europei al seguito degli eserciti di Napoleone; per molto tempo è stata considerata una danza proibita in Egitto, dagli scritti ritrovati si deduce che fu tramandata da gruppi di danzatrici nomadi costrette a fuggire nelle oasi del deserto per non essere uccise a causa della loro danza considerata lasciva, come le Amee e le Gawasee. Colei che nel 1893 ha fatto conoscere al mondo occidentale la Danza orientale è stata Little Egypt, un'emigrante siriana che si esibì nella grande fiera dell'Esposizione Mondiale di Chicago; nell'immaginario occidentale i suoi spettacoli richiamavano alla mente la danza degli harem, con una forte componente erotica e sensuale. Chi ha portato alla vera svolta il mondo della nostra danza è stata Badia Masabni, ballerina di origine libanese a cui fu affidata la direzione del Casino Opera del Cairo nel 1926, e che riuscì a convolgere le principali ballerine (tra cui alcune delle Almee rimaste) in una forma di spettacolo organizzata, con coreografie definite, canti e recitazione, e grandi spazi per esibirsi. 

Le Grandi Dive

"Grandi Dive" è il soprannome dato a delle ballerine che negli anni '40-'50 parteciparono a numerosi film egiziani e americani chiamati "commedie musicali", con ruoli che prevedevano balletti di danza orientale nel corso del film. Queste grandi stelle della danza erano Tahia Carioca, Samia Gamal, Naima Akef, Nadia Jamal, Nagwa Fuad e Soheir Zaki. La loro danza era più semplice di quella eseguita attualmente, era più statica e meno veloce, venivano eseguiti molti movimenti di braccia, gambe e fianchi, ma erano perlopiù assenti le movenze della pancia. Anche grazie a questo filone cinematografico la danza orientale non è stata oscurata ed è giunta fino in Europa, mantenedo viva la sua parte artistica nata con la grande Badia Masabni.